Il nuovo regime climatico sfida le categorie con le quali la modernità ha pensato in modo dicotomico le relazioni fra natura e società, soggetto e oggetto, trascendenza e immanenza. Il lavoro di Bruno Latour ha mostrato come queste tre
dicotomie costituiscano i fattori strutturanti l’orizzonte politico, scientifico e sociale della modernità, evidenziando un’esigenza di ripensamento delle forme dell’azione e del conflitto politico oltre che più in generale le condizioni stesse dell’azione.
Quali condizioni teoretico-pratiche del nuovo regime climatico possono rendere politica la prospettiva ecologica, superandone, cioè, le limitazioni del suo porsi come movimento tra gli altri? Quali delle trasformazioni in atto possono consentire all’ecologia politica di aspirare a delineare l’orizzonte dell’agire politico, assumendo quel ruolo che in passato è stato svolto dal liberalismo, in seguito dai socialismi, dal neoliberalismo e, più recentemente, dai partiti illiberali? Quali effetti sulle categorie dell’agire e dello spazio politico producono le condizioni neo- climatiche con il loro scardinamento delle macro-distinzioni di natura e società, umano e nonumano, immanente e trascendente?