È stata inaugurata venerdì 19 dicembre 2025 a Torino, nella cornice di Palazzo Madama, la mostra Il castello ritrovato. Palazzo Madama dall’età romana al Medioevo, organizzata dall’Università degli studi di Bergamo e dalla Fondazione Torino Musei. L’iniziativa è realizzata con il sostegno del Partenariato esteso PNRR CHANGES (Cultural Heritage Active Innovation for Sustainable Society), in particolare dello Spoke 3 “Digital Archives, Libraries and Philology”, di cui l’Università di Bergamo è co-leader.
La mostra, allestita nella Corte Medievale e visitabile fino al 23 marzo 2026, restituisce al pubblico la storia più antica di Palazzo Madama, straordinario palinsesto architettonico che racconta oltre duemila anni di trasformazioni: da porta romana di Augusta Taurinorum a castello medievale della dinastia sabauda. Il percorso espositivo affianca opere d’arte, documenti e oggetti di uso comune a ricostruzioni video in 3D degli ambienti del castello.
Le ricostruzioni digitali sono state realizzate dal gruppo di ricerca dell’Università di Bergamo a partire dallo studio di una preziosa fonte documentaria conservata presso l’Archivio di Stato di Torino: una serie di inventari quattrocenteschi che descrivono in modo dettagliato le stanze del castello e il loro contenuto. I video consentono di comprendere l’aspetto medievale del monumento, le funzioni dei diversi ambienti e la vita dei loro occupanti, illustrando al contempo le metodologie di ricerca utilizzate dagli storici per riportare virtualmente in vita luoghi e persone del passato.
Il contributo dell’Ateneo bergamasco si inserisce nelle attività di ricerca e di Terza Missione sul patrimonio culturale e sulla valorizzazione degli archivi storici, ambito strategico per l’area umanistica di UniBg, e rappresenta un esempio di collaborazione tra università e istituzioni museali finalizzata alla restituzione dei risultati della ricerca al grande pubblico.
Come ha spiegato il Rettore prof. Sergio Cavalieri, intervenuto all’inaugurazione, “la mostra è il risultato di un lungo lavoro di ricerca interdisciplinare e di un impegno condiviso nel trasferimento delle conoscenze al di fuori del contesto accademico, in una prospettiva di collaborazione con le istituzioni culturali. Esprimo la mia personale soddisfazione e il mio apprezzamento per un percorso di ricerca che ha coinvolto docenti dell’Università di Bergamo, conservatori di Palazzo Madama, autorevoli studiosi di diverse università italiane e giovani ricercatori in formazione. Collaborazioni di questa natura permettono all’Ateneo di sviluppare reti qualificate, fondamentali per promuovere scoperte scientifiche di rilievo e generare un sapere condiviso, contribuendo in modo concreto al progresso sociale e culturale del Paese.”