Il concetto, elaborato da Bernard Stiegler, di noodiversità, relativo alla singolarità dei processi cognitivi a partire dalle diverse connotazioni epistemiche, culturali e territoriali, da un lato rinvia alla necessità di un'ecologia, dall’altro richiede che si introduca il concetto di tecnodiversità, che esprime l’irriducibilità delle potenzialità tecnologiche a un’unica matrice universale, e di conseguenza la necessità di salvaguardare, di fronte all’avvolgimento digitale (Floridi), la pluralità cosmologica, geografica e territoriale del rapporto tra tecnica, psiche e società. Il condizionamento reciproco di questi tre termini diviene allora un elemento costitutivo per un'ecologia organologica della mente.